Se anche a te il 2021 sembra peggio del 2020;
se anche a te capita spesso di sospirare senza un motivo;
di voler restare a tempo indeterminato nel letto al mattino;
di svegliarti la notte senza ragione;
di essere stanco, anzi, sempre più stanco;
di pianificare mega uscite in bici ma di fare dietrofront alla prima salita;
di essere arrabbiato, poi felice, poi irrequieto e all’improvviso arrabbiato di nuovo;
di essere preda di attacchi di nostalgia di ogni tipo, ma soprattutto di pensare alla bici senza più grande “appetito ciclistico” sappi che sei affetto dalla “sindrome della gomma a terra”.
Cos’è la sindrome della gomma a terra?
Non sforzarti di cercarla su Google o nei manuali di medicina perché non esiste.
L’abbiamo inventata noi, perché anche noi, a volte, ne siamo affetti.
La puoi chiamare, per usare un linguaggio chiaro e conosciuto, demotivazione e svogliatezza, fino a sfociare in depressione e tristezza.
E’ una delle tante (e tutto sommato nemmeno fra le peggiori) conseguenze della pandemia.
Bene.
Anzi, male: perché sappiamo quale ruolo cruciale abbia la bici nel generare ottimismo, benessere, gioia e soddisfazione nella vita di un ciclista praticante.
Che cosa succede quando anche la bicicletta (qui intesa come strumento per il benessere psicofisico) smette di fare il suo effetto?
E soprattutto, come si può rimediare?
Le risposte che stai per leggere non hanno la pretesa di essere infallibili.
Ma magari aiutano.
1 – Cerca un’altra isola felice
Quando vai in bici, quando sei impegnato a pedalare e a portare a compimento il giro che hai pianificato entri in una bolla.
La medesima di quando ti immergi nella lettura di un libro, quando inanelli un episodio dietro l’altro di una serie televisiva, quando ti dedichi al giardinaggio, alla musica, alle passeggiate in montagna e chi più ne ha più ne metta.
Il concetto è: non insistere nel fare la cosa che ti è sempre piaciuto fare se non ti va di farlo.
Oppure se non sortisce più l’effetto sperato.
Se la bici non ti dà più l’entusiasmo di prima, non insistere.
Fermati e prova a fare qualcos’altro.
Questa crisi temporanea è l’occasione per scoprire nuove cose e cambiare un po’ le abitudini.
2 – Cambia il tipo di bici
Se sei un ciclista da strada o un biker incallito, prova a cambiare bici.
Se non ne hai un’altra, chiedine una in prestito ad un amico.
Prova ad uscire dalle solite rotte e dai soliti schemi.
Non uscire in bici sempre e solo al mattino, ma prova ad uscire nel tardo pomeriggio, specie ora che le giornate si sono allungate.
3 – Non acquistare una bici nuova, ma…
…prova a considerare l’acquisto di un tipo di bici diversa rispetto a quella che hai già.
Se ti piace la bici da strada, valuta una gravel o una Mtb.
Se ti piace la Mtb, valuta una bici elettrica o una gravel.
E’ vero, in questo momento è molto molto molto difficile, pur potendoselo permettere, acquistare una bici nuova, ma non darti per perso.
Chiedi al negozio e valuta comunque il mercato dell’usato.
Avere una bici alternativa, ovvero pedalare in scenari e strade diverse, è un’esperienza ciclistica completamente diversa.
E’ un modo per alimentare la tua passione per la bici e di conoscere zone, scorci, paesaggi e meraviglie varie intorno a casa tua che non pensavi esistessero.
Provare per credere…
4 – Il divertimento del ciclista
La bici è divertimento, ma cosa ti fa divertire di più in bici?
Dipende dal tipo di bici che hai e dal tipo di ciclista che sei, ma i fattori di divertimento, generalizzando, sono queste:
l’adrenalina della discesa e delle gare;
il piacere della conquista a fine salita;
le performance che migliorano;
la padronanza del mezzo;
la padronanza nei propri mezzi;
la condivisione di queste emozioni con altri appassionati.
Uno, nessuno di questi oppure tutti: a seconda delle esperienze che fai o cerchi in sella.
Sono questi fattori che ti fanno amare la bici.
Ciò che conta, quando sei affetto dalla “sindrome della gomma a terra”, è chiudere gli occhi, ricordarsi dei momenti in cui hai percepito i fattori divertimento e sentirli propri.
Non sono fuggiti, non sono perduti, sono solo apparentemente più lontani.
Non temere, torneranno, nel frattempo non insistere a ricercarli a tutti i costi, ma valuta i punti 1, 2 e 3.
5 – L’interazione in presenza
Anche se tutti, al bar, al supermercato, in strada e sui mezzi pubblici, dicono più o meno le stesse cose sulla situazione socio-economico-sanitario che stai vivendo, non astenerti dal dire la tua.
Parlane.
Lascia uscire i tuoi pensieri.
Ascolta la tua voce mentre ne parli e la tua “gomma a terra” diventa un po’ meno critica.
L’interazione “in presenza” aiuta.
Quella sui social funziona sempre di meno e, anzi, talvolta peggiora le cose.
Se puoi, quando ti senti alle strette, esci, cammina in strada, guarda lontano e pensa alle cose migliori che ti circondano.
6 – Pianifica la socialità
Questo punto è una derivazione del precedente: organizza uscite in compagnia, restando nei limiti del lecito.
La socialità in ambito sportivo, ora che siamo più o meno tutti in Zona Gialla, non è del tutto preclusa.
Il fine settimana oppure un giorno di ferie diventano occasioni per entrare nella tua bolla preferita con le persone che preferisci.
L’uscita in bici con i tuoi amici.
Anche se in questo momento è legittimo sentirsi sospettosi e insicuri in presenza di altre persone, la socialità, pian piano, tornerà ad essere possibile.
Un passo alla volta.
Non sei messo così male, dai…
Sebbene la pandemia sia tutt’altro che conclusa, possiamo cautamente considerarci sulla strada della risoluzione.
Le problematiche e i cambiamenti che il Covid19 ha introdotto nella nostra quotidianità sono innumerevoli e ognuno di noi li ha sperimentati in modo e misura differente.
La passione per la bici, per lo sport e l’attività all’aria aperta sono stati dei rimedi, anzi, delle vere e proprie armi affilate contro disagi e disturbi psicologici dovuti alle restrizioni dei mesi passati.
E’ stato ed è ancora oggi, a volte, difficile preservare l’entusiasmo verso la bici e verso le cose piacevoli della vita, ossia i sintomi (realmente esistenti e potenzialmente pericolosi) che scherzosamente abbiamo attribuito alla “sindrome della gomma a terra”.
Ho voluto affrontare questo argomento delicato in modo leggero, perché questo è il linguaggio che si addice a una rivista di bici, per cui se pensate di aver davvero bisogno di aiuto chiedete al vostro medico.
Non abbiate timore: chiedere aiuto è un segno di intelligenza e di forza.
Ognuno di noi tornerà ad essere il ciclista che era prima oppure a scoprire un nuovo ciclismo perché il mondo, intorno, intanto, è cambiato.
Ad alcuni, forse, servirà più tempo, ma tutti, presto o tardi, ci scopriremo più forti.
Vi auguro pedalate sempre più belle.