Avete mai provato una bici a pedalata assistita?
Aspettate a storcere il naso, perché potreste ricredervi clamorosamente dopo averne provata una.
Le e-bike stanno prendendo sempre più piede e non si tratta solo di una moda, ma di un nuovo modo di intendere la bici e la Mtb in particolare.
A chi si adattano queste bici?
A chi sono rivolte?
Quale utilizzo?
Quale autonomia effettiva?
Per avere queste risposte non rimane che provarne una.
La redazione ne ha già provata una (leggi Scott E-Spark 710) e ne sta testando altre, ma nel frattempo abbiamo voluto dare spazio anche al parere di alcuni lettori, per raccontarvi le loro sensazioni in sella alle e-bike di Haibike.
Gianni Biffi, il titolare del negozio Pro-M di Milano, è uno dei più attivi sostenitori di questa tipologia di bici e insieme a lui abbiamo raccolto le impressioni di guida di tre biker, Ivano, Roberto e Luciano.
Ecco le loro storie.
Ivano: a fine giro hai energie per farne un altro
Grazie alla professionalità di Pro-M e alla disponibilità di Gianni Biffi ho avuto modo di trascorrere una giornata in sella a una Haibike Nduro RX 26, quella, per intenderci, con 180mm di escursione.
Essenziale premessa autobiografica: ho 57 anni, pratico sport fin da bambino, mi considero in discreta forma (un metro e ottanta per settanta chili), attribuisco un valore formativo al rapporto con la fatica fisica, amo trascorrere il tempo libero nella natura e da alcuni anni godo scorrazzare in mountain bike nei boschi, una se non due volte alla settimana almeno, anche da solo ma soprattutto con gli amici.
E’ una bella domenica invernale quando partiamo da Verbania, sul lago Maggiore, per raggiungere il Monte Pollino. Sono circa 1000 mt. di dislivello di tornanti su asfalto per la prima parte e di sentiero, con alcuni strappi nella parte finale. E’ un giro che conosco bene per averlo pedalato varie volte con le mie diverse bike “muscolari”.
Io, che quantomeno per ragioni anagrafiche non sono un nativo digitale, familiarizzo da subito con il funzionamento del display elettronico, ben visibile, friendly nel suo utilizzo.
Un preciso e comodo pulsante sul manubrio consente di passare velocemente da una all’altra delle quattro modalità di assistenza (eco, tour, sport, turbo), potendo al contempo monitorare i diversi consumi della batteria che ad esse corrispondono, disponendo naturalmente anche di tutti gli altri dati a cui i nostri navigatori ci hanno ormai abituato.
Per il resto, a scanso di equivoci, ci sono i leveraggi del cambio e tutto quanto ne consegue, al pari di ogni altra mountain bike. In tal senso, nota di un dilettante, la sbrigativa definizione “bici elettrica” rischia di trarre in inganno: si tratta più correttamente di una bicicletta a pedalata assistita. E l’assistenza si sente.
Appena la strada sale, ci si accorge di viaggiare a una velocità un po’ più sostenuta, con una pedalata più alleggerita, ma non per questo non impegnativa. Tutt’altro.
Per tutta la prima parte della salita su asfalto mi attesto sulla modalità Eco che mi consente di mantenere lo sforzo sotto la soglia aerobica. Da curioso neofita, di tanto in tanto mi diverto a sperimentare le diverse mappature e, passando a quelle più prestazionali, la differenza si avverte, eccome.
Mentre procedo, accompagnato dal leggero sibilo di funzionamento dell’elettrico, mi rendo conto di come questo “mediatore” modifichi la percezione del rapporto con il mezzo cui sono più abituato, rendendola in un certo senso un po’ meno corporea, immediata…
Nel bosco, nella seconda parte della salita, è però una goduria scoprirsi a superare ogni ostacolo giocando con le diverse mappature, potendo modulare la fatica (questa la parola-chiave della pedalata assistita), predisponendosi così al piacere della discesa con ben altra lucidità fisica e psichica.
Mi butto giù per il bellissimo sentiero del Pollino e subito mi rendo conto di essere in sella a una Mtb “gravity”. La grande escursione, le geometrie della bici, e il peso (dovuto anche alla batteria) spostato in basso restituiscono un senso di grande stabilità. E’ facile ritrovarsi ad andare veloci senza accorgersene. Nei cambi di ritmo, poi, semplicemente con qualche pedalata la sensazione di accelerazione è esilarante, il che consente un’andatura ritmica costante in tutte le situazioni. Va pur detto che il maggior peso del mezzo (quasi il doppio rispetto alle più leggere bici tradizionali) costringe a rivedere in parte lo stile di conduzione: la Haibike è più incollata a terra, ovviamente meno reattiva, nel bene e nel male, alle nostre intenzioni (o velleità) di guida.
Giro concluso (più o meno 20 km), piacevole e salutare come sempre, avverto le gambe toniche, il respiro libero e mi sento “modulatamente” affaticato, ma, a differenza delle altre volte, con la voglia (e soprattutto la possibilità) di ripeterlo (la batteria me lo consentirebbe).
Morale della favola: la Haibike è divertente, semplice nel suo funzionamento, affidabile.
Domanda scontata: è meglio o peggio rispetto alla Mtb tradizionale?
E’ diversa, rappresenta una possibilità di praticare “altrimenti” la stessa passione (una possibilità che tra l’altro, per chi può o vuole permetterselo, non ne preclude l’alternanza con la Mtb muscolare).
Lo sviluppo delle biciclette a pedalata assistita rischia di modificare il “piacere originario” del nostro sport?
Forse, può darsi, e se anche fosse?
Sono tante le domande, il consenso come pure le resistenze che questa nuova tecnologia, con la quale faremo sempre più i conti, è destinata a trascinare con sé.
Il dibattito è aperto e, come sempre, sarà tanto più interessante se non viziato da pregiudizi nostalgici o ideologici. Poiché quel che è certo è che lo sviluppo tecnologico è antico quanto l’uomo e da sempre, dalla scoperta del primo utensile in poi (l’evoluzione delle stesse trasmissioni meccaniche non rappresenta un “aiutino”), ha nel miglioramento dell’efficacia e nella riduzione della dispersione del gesto la sua cifra distintiva.
Roberto: mi tengo la Mtb tradizionale, ma la e-bike è nella wishlist
Ho avuto l’opportunità di provare le Mtb a pedalata assistita di Haibike grazie alle giornate test organizzate dal negozio Pro-M di Milano.
Prima giornata: provata la front Haibike da 29” con forcella da 100 mm.
La prova si è svolta in località Verbania-Pollino su un percorso ben conosciuto e percorso più volte con la mia full 29″ 140/120.
La salita è volata via a medie impossibili per me pur con l’intervento del motore a livello minimo (modalità Eco) e questa è stata la prima sorpresa. Si suda anche con la e-bike in maniera più o meno copiosa in funzione di quanta assistenza si vuole, si arriva molto più freschi alla cima.
Da qui inizia la seconda parte del film.
Infatti il tratto in discesa regala divertimento fuori dal comune grazie, probabilmente, al baricentro molto basso e al peso in più (rispetto alla Mtb standard 8-9 kg) concentrato nella zona pedali. Diventa facile “ollare” i gradini con un colpo di pedale assistito e i tornanti ad ampio raggio si possono fare in stile supermotard con la bici che resta incollata a terra all’anteriore e derapa in modo controllato al posteriore.
Insomma regala una grande confidenza e aumenta il divertimento anche a biker scarsi come me nelle discese. Da rilevare che pur essendo una front mi ha permesso passaggi che in genere mi mettono in difficoltà con la mia bici abituale, grazie ad un avantreno molto solido che sembra di escursione ben maggiore dei 100 mm effettivi.
Arrivato a fine giro il display dice che ho ancora batteria per rifare il percorso in totale sicurezza e anche questo è un bel vantaggio: a parità di tempo si riesce a fare un giro del genere anche due volte con il doppio del divertimento.
Seconda giornata: provata la full Haibike Xduro da 26 ” con escursione 180/180
La prova si è svolta a Stresa con salita al Mottarone su asfalto e discesa per sentieri con rientro pianeggiante per complessivi 60 km circa e 1400 m di dislivello.
La salita andava gestita con attenzione per salvaguardare l’autonomia della batteria cosa non facile perché la strada presenta diverse rampe dove il ricorso all’assistenza più consistente scatta facilmente dovendo solo schiacciare un pulsante.
Comunque ho terminato la salita in buone condizioni tenendo presente che il percorso è già duro fatto con buon allenamento e la bici da corsa in condizioni climatiche più favorevoli. La bici del test ha geometrie quasi discesistiche e ruote “piccole” ma con la e- bike il diametro ruota mi è sembrato poco influente rispetto a bici muscolari. Con queste escursioni e forcella da 36 mm la bici è un carro armato che spiana tutto in discesa sempre con una sicurezza e facilità di conduzione sconosciute alla mia full abituale.
Abbiamo toccato punte di 60 km/h in discesa senza notare il minimo segno di nervosismo all’anteriore e anche sui saliscendi finali il rilancio è sempre facile giocando con l’intervento dell’assistenza sui ripidi in uscita dalle curve pur strette. Probabilmente per il mio modo di andare in bici la 27,5″ da 150 mm è il modello ideale, quella in prova è perfino esagerata per le velocità da me toccate.
Al rientro ho dovuto pedalare gli ultimi 10 km solo con le gambe perché avevo finito la batteria (peccato d’inesperienza) e devo dire che sul lungolago tenevo i 16-18 km/h con relativa facilita’ quindi un giro lungo come quello del test è gestibile senza problemi anche a fronte di un imprevisto.
Conclusione dell’esperienza: la e-bike è un prodotto stupefacente che permette di aumentare esponenzialmente il divertimento in sella ad una Mtb perché:
– rende possibili percorrenze superiori al proprio stato di forma (rispetto a una Mtb tradizionale);
– aumenta a dismisura il divertimento in discesa dove, in totale sicurezza, si osano passaggi che incutono timore con la propria Mtb.
Per ora torno a pedalare le mie bici tradizionali ma dopo la prova devo dire che il libro dei sogni si arricchisce di nuove pagine…
Luciano: 26 pollici, 180 di escursione, bike park… una bomba
“Ciao Biffi”
“Ciao Lucien”
Durante una visita al suo negozio Gianni mi propose una gita infrasettimanale per provare le Haibike elettriche: perché no? D’accordo, andiamo mercoledì prossimo.
Tornando a casa pensavo: bici elettrica?
Orrenda fine… Io che amo la fatica, la conquista della vetta!
Ma sì, proviamo.
Partiamo con meta un piacevole Bike Park, con risalite di circa 100 m di dislivello e almeno 5 discese diverse una dall’altra; percorsi filanti alternati a salti, sponde, ripidoni, tratti scassati con radici.
L’ideale per testare questa bike a pedalata assistita.
Prima salita, prendo confidenza e, senza esagerare con la pedalata assistita, mi rendo conto che, pur dovendo comunque pedalare, sale che è una meraviglia.
Anche senza scegliere il percorso con meno asperità, la bici procede con una agilità sorprendente e lo stupore aumenta quando inserisco il turbo. Oltre a superare ogni ostacolo, avanza con una velocità incredibile.
Nonostante lo stupore penso: sì grande, comunque me lo aspettavo; ma quando affronto la prima discesa l’entusiasmo raggiunge il massimo.
Malgrado il peso, la bici è agilissima nei tornanti stretti, sicura e precisa su sponde e ripidoni, così come su sassi e radici, senza parlare dei salti, non si scompone e l’atterraggio è soffice e sicuro.
La bici che ho provato è una 26 pollici, con 180 di escursione. Una vera bomba.
Il dibattito sulle e-bike, però, non si esaurisce qui.
Se ne avete una, raccontateci come vi trovate nel Garage di MtbCult.
Oppure, se volete testarne una, cercate il test-day più vicino a casa vostra oppure contattate Pro-M.
Raccontateci poi le vostre sensazioni in sella, saranno di utilità a molti altri lettori.