Un giro in montagna, tutto in modalità Eco, non avrei mai immaginato che potesse essere così appagante.
La settimana scorsa vi avevo raccontato di un’uscita “sbrigativa” fatta solo in modalità Tour (cioè il livello di assistenza subito sopra a Eco per i sistemi Bosch) che non si era conclusa in modo molto piacevole: batteria kaput prima ancora di aver terminato il giro.
L’errore però era stato il mio, anzi gli errori.
Oltre a quelli che vi avevo elencato in quell’articolo ce n’è anche un altro, di tipo più concettuale-filosofico: non aver considerato minimamente la modalità di assistenza Eco.
Mea culpa.
Per rendermene conto, proprio ieri ho rifatto lo stesso giro di venerdì scorso, solo che anziché la modalità Tour ho usato sempre e solo la Eco.
Sono partito dallo stesso punto e mi sono imposto di utilizzare la Eco per tutto il giro, immaginando già dove mi sarebbe servita l’assistenza superiore.
Ok, parto.
In Eco, in salita su asfalto la velocità è più bassa e la cosa è piuttosto evidente, ma il cuore lavora di più: adesso siamo a 120-130 battiti al minuto quando con la Tour ero a 110-120.
Le gambe spingono di più, ma la cosa non mi dispiace.
Salgo fra i 13 e i 16 Km/h, ovvero a una velocità che non sarebbe tanto diversa da quella che avrei avuto con una Mtb tradizionale.
L’autonomia chilometrica delle batterie indicata sul display Purion è molto incoraggiante: 96 km.
Ma cambierà appena entrerò sullo sterrato.
In Eco, non si va male per ora.
Arrivano lo sterrato, i sentieri, i prati, le rocce e gli stessi scenari dell’altra volta e qui arriva una prima piacevole conferma: la modalità Eco in fuoristrada è molto più efficace che non su asfalto o fondi compatti e veloci.
Dà l’aiuto che serve, ma non ti spinge in avanti come a volte accade con la Tour (o peggio ancora con la Sport o la Turbo), facendoti perdere il feeling piacevole con la guida.
La Eco qui è molto meglio e le gambe e la guida riescono a convivere bene con la spinta del motore Bosch.
I tratti quasi trialistici riescono meglio e la risposta del motore Bosch è molto rapida.
Notevole.
Continuo a salire e anche i battiti del cuore salgono arrivando a oltre 150 bpm.
Non me ne accorgo, ma affronto uno dei tratti più ripidi sempre in modalità Eco, senza aver avvertito la necessità di passare alla Tour.
Notevole anche questo.
Arrivo a Campo dell’Osso e proseguo per Le Vedute, evitando anche oggi il più possibile l’asfalto.
Scelgo sentieri e piste da sci di fondo che sono pur sempre ben battute.
Salgo con un passo costante e l’indicazione di carica della batteria ha perso, per ora, solo una tacca: sono ancora all’80%.
Continuo la salita verso Le Vedute, ovvero dove ci sarà un primo raffronto in termini di consumo di batteria rispetto alla modalità Tour.
Ci siamo: ho 3 tacche residue, ma in realtà la 4ª si è appena spenta.
La volta scorsa ne avevo 2… e questo con una e-bike rinsalda il morale come poche altre cose.
Foto di rito e procedo.
La discesa è sempre magnifica e la velocità questa volta è anche maggiore perché ricordo bene alcuni passaggi fatti venerdì scorso.
Tutta un’altra storia.
La cosa più interessante che mi viene da notare è che la maneggevolezza di questa Trek è migliorata rispetto alla volta scorsa.
La bici ovviamente è sempre la stessa, ma sono io che ho cambiato il modo di guidarla.
Non è una Mtb tradizionale, è pur sempre una e-bike, ma volendo essere veloci nei cambi di direzione non è impossibile riuscirci.
Continuo a pensare, però, che in montagna una forcella Pike da 160 mm sia un’opzione più che consigliabile.
Il single track nel bosco vola via in un attimo.
Incontro un branco di caprioli che schizzano via (a velocità missilistiche) nel bosco: stavano godendosi la calma del lunedì mattina…
La confidenza di guida che ho instaurato con questa bici, ora, è formidabile.
La sospensione posteriore con ammortizzatore RockShox Deluxe Rt3 funziona in modo superlativo, grazie anche alle gomme Plus.
Sì, davanti serve una forcella da 160…
Sono di nuovo qui, sotto Campo della Pietra, in un punto lontano da tutti e da tutto.
Mi affascina questa lontananza dalla civiltà e mi conforta vedere che la batteria ha ancora 3 tacche di carica.
Bene, e comincio a credere che dopo la “salitaccia”, cioè Femmina Morta, ne avrò comunque 2 residue per finire il giro.
Il morale è molto alto.
E’ un giro, questo di oggi, che mi sta impegnando di più, ma mi sta anche facendo divertire di più.
Eccoci alla “salitaccia”.
15×48 e vado su, senza troppi problemi.
Nel weekend deve essere passato un gruppo di 4×4 perché per terra il fondo è pieno di impronte di pneumatici ed è anche più battuto.
Salgo meglio e non ho nessuna intenzione-voglia di passare in modalità Tour.
Anzi, in Eco salgo anche meglio, perché la ruota posteriore non perde quasi mai aderenza.
Quindi, modalità Eco e gomma Plus (anche poco artigliata come la Bontrager Chupacabra) sono un mix che funziona alla grande.
Salgo, continuo a salire, ma anche il cuore si “impenna”: sono costantemente fra i 140 e i 150 battiti.
Mi fermo a fare una foto, ma so già che la foto non rende giustizia a questa pendenza.
La “salitaccia” dura poco, un chilometro e mezzo, ma copre 200 metri di dislivello.
Arrivo su e con mio grande stupore il display mi indica ancora 3 tacche di batteria residua.
Ok, la 3ª tacca sta per andare via, ma intanto qui venerdì ne avevo solo una residua.
Grande soddisfazione.
Mi guardo intorno e sono nel bosco.
Una pace assoluta, meravigliosa.
Sono già due ore e mezza che pedalo e ho ancora voglia e energia (soprattutto nelle mie gambe) di fare altrettanto.
Vado avanti e questa volta invece dello sterrato largo e veloce, entro nel bosco, seguendo una sorta di trail realizzato dal bestiame.
Abbastanza battuto, ma molto più divertente.
C’è da guidare.
Arrivo a Campo Secco e lo scenario è sempre maestoso.
Ho ancora tre tacche di batteria e mi viene il dubbio che il sistema sia andato in errore.
Allora mi fermo, appoggio la bici a uno dei cartelli della sentieristica dei Simbruini, guardo l’indicatore di carica sulla batteria (foto in basso) e dà la stessa informazione.
Fantastico.
Questo vuol dire che posso fare molto più di venerdì.
Alzo gli occhi… ed ecco la meta: tornare su alle Vedute percorrendo la Valle dell’Autore in salita.
La salita è di quelle toste, specie nel finale.
L’ho sempre fatta in discesa, semplicemente perché è davvero troppo ripida per essere pedalata tutta in salita.
Sono 5,5 km per un dislivello di 400 metri, coperto praticamente tutto nel finale.
Ok, vada per questo sentiero e vediamo come va…
Abbandono Campo Secco e rientro nel bosco.
Lo scenario qui è meraviglioso e la gamba continua ad essere abbastanza brillante.
Il feeling raggiunto con la Powerfly è molto appagante.
Il display lungo la salita passa da 2 a 3 tacche dopo un chilometro e qui comincio a pensare che se dovessi rimanere senza batteria sarebbe davvero dura.
Ma conosco il sentiero e sono sicuro di poter arrivare alla fine del sentiero pedalando.
E così avviene.
La salita è passata tutta pedalando, anche se un paio di volte ho dovuto fermarmi per riprendere fiato.
La fatica c’è stata, ma la soddisfazione di aver superato in sella pendenze “mortali” è enorme.
La e-bike ti fa fare conquiste impensabili.
Sono di nuovo alle Vedute, ho un 20% residuo di batteria e scendo verso Campo dell’Osso seguendo sentieri e piste da sci.
Rifaccio buona parte del percorso che avevo fatto all’andata, ma a un certo punto cambio programma e decido di mettere le ruote su una valletta che costeggia la strada asfaltata.
Ho sempre desiderato farlo…
Fatto!
Da rifare assolutamente.
A questo punto il giro è completo e le gambe sono piuttosto provate.
Totale 53,49 Km in quasi 4 ore con un dislivello di 1614 m a una media di 13,5 Km orari.
E 1800 calorie consumate, quindi non proprio una passeggiata fischiettando.
Prima di spegnerlo, il display Purion indica un 20% residuo e un’autonomia di 16 Km.
Cioè ancora altra strada da fare…
In conclusione…
Sono due le conclusioni a cui sono arrivato e di cui vorrei parlarvi.
La prima…
– Il motore Bosch in Eco funziona in modo ottimale per l’offroad
Mi sono ricreduto completamente e ho scoperto che, anzi, la modalità Eco è molto meglio anche dei livelli superiori di assistenza per l’ottimo feeling che dà quando si sta lontani dall’asfalto.
Richiede un minimo di gamba, ma ci si può andare davvero lontano.
– La Mtb a pedalata assistita può piacere a una vasta schiera di utenti
Affermazione ovvia per tutti coloro che già la usano, meno ovvia per tutti quelli che ancora non ne hanno provata una.
Ma provata davvero, non dentro a un parcheggio…
Dopo di che le prospettive cambiano.
Ps: un cenno sul cambio Sram Ex1 in modalità Eco: quando il motore spinge di meno si avverte di più la differenza di sviluppo metrico fra un rapporto e l’altro.
8 rapporti soltanto, in questo caso, possono sembrare effettivamente pochi, ma in realtà sono ancora sufficienti per coprire le necessità di chi pedala con una e-bike.
E poi la precisione e la silenziosità di questo sistema di trasmissione (soprattutto in salita) si fanno perdonare quei balzi di cadenza fra un rapporto e l’altro…