MORGAN HILL – Ogni volta che si apre questa porta è come dare un’occhiata sul futuro. Sono stato qui tre anni fa (ricordate questo articolo?) e torno nella sede principale di Specialized con la solita curiosità.
E’ un po’ come quando il topolino entra nella casa del formaggio…
Rispetto al 2013 un po’ di cose sono cambiate e nuovi ruoli sono stati assegnati. Mi interessa soprattutto parlare con Joe Buckley con il quale ho un appuntamento alle 11,00.
Prima però un suo collega, Sean Estes, mi farà fare una visita alla loro sede, entrando solo dove è consentito a un media, e alla galleria del vento.
Voglio iniziare con l’intervista a Joe Buckley, personaggio che da anni è in Specialized e che oggi… beh, lascio parlare lui.
«Mi chiamo Joe Buckley e sono il product manager per le Mtb di alto livello, cioè tutte le biammortizzate e le Stumpjumper Ht. Ho un team di persone che lavora insieme a me e sono il responsabile di tutto ciò che viene fatto sulle Mtb Specialized. Il mio compito è assicurarmi che le cose vengano fatte nel mondo corretto.
– Le ruote 650b Plus hanno fatto la loro comparsa come ruote per trail bike, ma sembra che nel prossimo futuro arrivino anche nel mondo enduro. Ti risulta?
– Di sicuro il volume d’aria aggiuntivo di queste ruote è un beneficio, ma per rispondere alla tua domanda, e mettendosi dalla parte dei pro’, in questo momento ti dico che la scelta ristretta di gomme disponibili è un fattore limitante.
Il Plus è una bella idea, ma occorre ancora capire e definire questo standard.
Per alcuni ha una sezione da 3,0”, per altri da 2,8”.
Credo inoltre che man mano che il 650b Plus diventerà più popolare aumenterà la scelta di gomme e vedremo molti amatori utilizzarlo in gara per i benefici che dà.
– Quindi, per te è un tipo di gomma da amatori e non da pro’?
– Va detto che il livello dei pro’ è talmente superiore a quello di un amatore che le loro esigenze possono essere molto diverse.
Un conto è vederli in foto o in video e un conto è vederli all’Ews dal vivo: vanno davvero tanto più veloce e guidano in modo molto più aggressivo.
Questo richiede gomme con una costruzione più solida.
Magari non useranno le gomme da 3,0” ma quelle da 2,8”, ma di sicuro ci sono dei benefici anche per i pro’ grazie all’extra volume del Plus.
– E quale sarà il futuro del 29 pollici? Xc? Trailbike? Enduro?
– Quando ho provato per la prima volta il 650b Plus ho pensato che avrebbe “ucciso” il 29 pollici dato che il diametro è circa lo stesso.
Ma credo che ci sarà ancora spazio per il 29” nell’Xc e sulle trail bike con escursione più contenuta.
Il beneficio che dà in termini di capacità di superamento degli ostacoli è ancora il suo punto di forza.
– Al piano di sopra ho visto un prototipo realizzato da Robert Egger che è una fusione fra una bici da Dh e una moto da cross (foto in basso). E mi chiedo: ci saranno sulle Mtb del futuro altre derivazioni dalle moto da cross?
– Di fatto ci sono già molto cose che provengono dal mondo del motocross: vedi la forcella a doppia piastra, freni a disco, le sospensioni ispirate proprio a queste moto e magari in futuro ci potrebbero essere delle ruote di diametro differente fra anteriore e posteriore, ma di sicuro non credo che ci sarà una sola taglia di bici così come è unica la taglia per le moto.
Ci sono delle moto da cross con motore elettrico, ma non credo che su una Mtb da Dh si possa riuscire a istallare un motore e a rendere questa bici più veloce di una Mtb da Dh tradizionale.
Aggiungere un motore e una batteria finirebbe per appesantirla e allungarla rendendone più difficile la guida.
E’ pur vero che non si può mai dire mai, quindi…
– Sono stato poco fa alla galleria del vento e mi sono chiesto: quali benefici l’aerodinamica può portare a un utente di medio livello?
– Questa è una bella domanda: in Mtb, dato che le velocità sono più limitate rispetto alla strada, non sono sicuro che ci possano essere dei benefici enormi.
Inoltre dipende di quale specialità stiamo parlando: in Xc e enduro magari i benefici potrebbero essere più limitati, ma in Dh il discorso potrebbe cambiare.
Non sono da escludere, comunque, dei benefici per la Turbo Levo e le e-bike: meno resistenza all’avanzamento significa allungare l’autonomia delle batterie, in alcune circostanze. E’ una possibilità.
– Ecco hai menzionato la Turbo Levo: l’ho usata in lungo e in largo e mi sono chiesto: come migliorarla?
– Questa è una domanda che mi pongo spesso… Mi riallaccio al discorso delle e-bike da Dh. La sensazione che hai prima di una curva è che devi per forza anticipare il punto di frenata perché pesa di più.
Quindi dobbiamo cercare di renderla più leggera e avvicinarla al feeling di una bici tradizionale.
Poi c’è il discorso batterie e motore: la tecnologia evolve e magari un motore migliore permetterà di allungare la durata delle batterie e viceversa oppure entrambe le cose.
– L’evoluzione sulle batterie che vediamo nel mondo delle auto lo rivedremo anche sulla Turbo Levo?
– Sì, posso dirti che al momento tutti gli step in avanti che Tesla fa sulle batterie vengono utilizzati anche sulle batterie della Turbo Levo, a patto che si tratti di una tecnologia utilizzabile e che non costi troppo.
Il nostro team di sviluppo in Svizzera conosce meglio questo aspetto, ma credo che l’evoluzione procederà a passi non così veloci come si potrebbe immaginare.
– Se guardo la prima Stumpjumper e guardo poi la Turbo Levo vedo due bici molto diverse: la prima è un mezzo puramente meccanico, rude e selvaggia, la seconda è molto più facile e “amichevole”, ma quasi non sembra più una Mtb. E questo potrebbe allontanare il pubblico dalla Turbo Levo e dalle e-bike in generale. Come pensate di affrontare questo cambio di mentalità?
– Far cambiare mentalità è sempre molto difficile. Io credo che la cosa più difficile sia riuscire a far salire il pubblico su questa tipologia di bici. Molti dicono che non è più una bici, ma è una moto. Ebbene, ho girato per anni su una moto da fuoristrada e quando esci con altre persone non hai modo di parlare con loro se non fermandoti.
La Turbo Levo e le e-bike sono ancora delle Mtb perché devi pedalare anche se è un’esperienza completamente diversa rispetto all’usare una Mtb tradizionale.
Convincerle a provare la Turbo Levo è la nostra sfida.
– Mission Control: ci sarà la possibilità di dire all’applicazione il dislivello che sto per fare oltre alla lunghezza in chilometri?
– Ci stiamo lavorando. E stiamo lavorando anche su diverse migliorie al sistema. Di certo se il software conosce dislivello e lunghezza l’assistenza migliora e non devi più preoccuparti di nulla.
Per il momento però puoi decidere di modificare il livello di assistenza delle tre modalità e anche l’output del motore e non è difficile arrivare a fare delle cose notevoli con questa bici.
Io sono riuscito a fare per 7 volte lo stesso giro, qui nei paraggi, che in una buona giornata riesco a fare solo per 4 volte. E nello stesso tempo. Non è male…
– Ho la sensazione che le e-bike siano più popolari in Europa che in America: secondo te perché?
– Non ho dati esatti a riguardo, ma se chiedi la mia opinione posso dirti che in Europa ci sono molte più persone che in America che usano la bici per andare al lavoro. E lì le e-bike sono molto popolari.
Quindi le persone che hanno già l’abitudine a usare queste bici sono anche le prime a capire che una Mtb a pedalata assistita è ancora una bici e sono le prime a essere incuriosite dall’uso di una e-bike nei boschi.
Quindi, una Mtb elettrica può diventare un upgrade molto facile.
Ma c’è anche un altro aspetto.
In America c’è un numero maggiore di sentieri lavorati e preparati che rendono l’uso della Mtb molto più facile e divertente.
In Europa invece i sentieri sono generalmente diversi: si sale e si scende, pendenze molto forti e livello tecnico molto più alto.
In un contesto come questo una Turbo Levo può aiutare molto, tanto in salita quanto in discesa, perché rende le uscite più piacevoli.
Credo che in America arriveremo a capire come usare una e-bike, ma ci vorranno un paio di anni.
– E poi in America avete anche divieti di accesso su alcuni sentieri perché le e-bike sono considerate alla stregua di motociclette…
– Spero che chi fa le leggi capisca presto che queste non sono delle moto. Ma ti posso anche dire che ci sono molte parti in America che non soggette a nessun divieto. Quindi potenzialmente la Turbo Levo può andare ovunque.
E proprio a tale riguardo spero proprio che questa bici possa portare nuovi utenti nel mondo della Mtb.
– Joe, a parte il mondo delle e-bike, dov’è che l’elettronica può avere successo su una Mtb?
– L’abbiamo vista sulla trasmissione, sul reggisella telescopico, sulle sospensioni… ma credo che per avere successo l’elettronica non debba solo sostituire una leva o un comando meccanico, ma prendere delle decisioni al posto del rider. E’ una bella responsabilità.
– Fatbike: sono ancora vive nonostante il 650b Plus…
– C’è stata una vera esplosione di fatbike e molti l’hanno acquistata come seconda o terza bici. Questa tipologia di bici eccelle in condizioni di sabbia o sulla neve dove magari la 6Fattie non se la cava benissimo. Credo che le fatbike abbiano ancora un loro spazio nel mondo della Mtb.
– E cosa mi dici delle 29 Plus?
– A essere onesto non ne ho mai guidata una e quindi non ho ancora un’opinione.
E’ di sicuro un oggetto da osservare con attenzione, ma la gomma da 3,0” è di gran lunga più pesante di una da 27,5”.
Credo che ci possa essere spazio per gomme di maggiore volume, ma credo anche che 29×3,00” sia un po’ troppo.
Staremo a vedere.
– Alla Sea Otter Classic ho visto anche la 26 Plus: che sia il ritorno delle 26 pollici?
– Non ti so dire come vadano, ma di sicuro l’impressione è che si stia frazionando sempre di più la scelta di gomme e formati possibili. Non so quanto tempo tu abbia passato in America, ma qui abbiamo una catena di ristoranti che si chiama Cheesecake Factory che propone un menu di 6 pagine. E quindi mi immagino un biker che si trova a scegliere fra tutte queste opzioni che differiscono poco l’una dall’altra.
Credo che a un certo punto dovremo tirare una linea. Questa è la mia opinione.
– Qual è la tua prossima sfida come product manager?
– Ogni product manager ha una sfida: come posso innovare la successiva serie di prodotti? Come posso rendere ancora migliore la Stumpjumper di adesso? Non pensi solo al peso e alla rigidità, ma anche al piacere di guida, alla praticità di guida (vedi lo Swat Door) e tutto ciò diventa sempre più difficile senza dimenticare che la competizione fra i marchi è sempre più forte.
Il mondo delle e-bike, per me, è molto interessante perché è relativamente nuovo ed è una bella sfida.
All’intervista ha assistito anche Sean Estes e sarà lui a rispondere queste ultime domande
– Ultima domanda: come vi state preparando alla vendita online delle bici?
– In modo lento e attento: questa è la strategia che stiamo utilizzando. Stiamo cercando un modo per mantenere i nostri punti vendita nel nostro e-commerce e continuare a dare loro il ruolo che hanno oggi. Trek ad esempio ha iniziato a vendere online solo alcuni modelli (che magari si vendono meno facilmente nei negozi, ndr) e questa può essere una strategia interessante, ma di sicuro non vogliamo tagliare fuori i retailer.
– Quindi pensi che questa sia la strada da seguire per il futuro?
– Non è il futuro, ma il presente. E’ questo il modo in cui le persone vogliono fare acquisti. Online si acquistano vestiti, le vacanze, le auto e persino le case.
L’e-commerce ha già cambiato molti settori e sta cambiando anche quello delle bici, ma più lentamente. Ed è un bene che questo stia avvenendo lentamente, perché i retailer sono importanti per questa industria e poi perché negli Stati Uniti ne abbiamo circa 1200 e non possono essere spazzati via in un attimo perché, comunque, sono una parte del nostro business.
Tante novità in arrivo, quindi, senza dimenticare tutte quelle sulle quali Joe mantiene ancora il segreto.
Adesso entriamo nel Win Tunnel, la galleria del vento di Specialized…