Molto spesso Specialized è stata paragonata alla Apple e non tanto per una questione di posizione geografica (Morgan Hill e Cupertino sono a meno di un’ora di macchina fra loro) quanto per il loro modo di proporre innovazioni.
Se è vero che molti dei prodotti di successo di Apple spesso non sono stati delle invenzioni di Apple stessa, altrettanto si può dire per Specialized, almeno in alcuni casi.
Ad esempio nel caso delle ruote da 29 pollici e, più recentemente, per le e-bike.

Per continuare il parallelo fra le due aziende, sia Apple che Specialized hanno elevato lo status di prodotti di nicchia a prodotti acclamati a livello globale, aggiungendo il loro personalissimo e inconfondibile tocco.
La Specialized Turbo Levo, quindi, non è altro che il convalidamento delle e-bike in ambito mountain bike.
Il primo test a Leogang fu davvero una rivelazione: le e-bike, con questa forma e con queste prestazioni, potevano diventare degli oggetti del desiderio e il test della versione definitiva ne è stato la conferma.

Per circa un mese e mezzo ho avuto a disposizione una Specialized Turbo Levo Fsr Comp 6Fattie, provata in condizioni davvero molto differenti fra loro, come mai era accaduto prima per un test su MtbCult.
E’ servito però a capirne pro e contro (sì, ci sono anche dei contro) e a individuarne in prospettiva futura il grande potenziale di questa tipologia di bici.
Insomma, da quando è arrivata sul mercato la Turbo Levo le e-bike non sono state più le stesse.
Via il display sul manubrio e benvenute integrazione fra batteria e motore come mai si era visto prima (ad eccezione di Rotwild che utilizza lo stesso motore e batteria Brose) e geometria da vera trail bike.
Dopo averne descritto le sensazioni in vari contesti è il momento di tirare le somme sulla Specialized Turbo Levo.

1 – GEOMETRIA
– Angolo di sterzo: 66,5°, cioè un valore da trail bike vera.
– Angolo piantone: 73,9° è il valore effettivo per la taglia L, quella da me provata.

– Lunghezza tubo superiore: 61,5 cm. Questo valore conferma che l’assetto in sella è quello di una Mtb tradizionale e del tutto ispirato a quello della Stumpjumper. E questo aspetto caratterizza fortemente il feeling con la guida.
– Altezza manubrio da terra: il tubo sterzo in taglia L ha una lunghezza di 130 mm, cioè un valore che è appena maggiore di quello della Stumpjumper Fsr 6Fattie. Sulla Turbo Levo, però, il tubo obliquo ha dimensioni maggiori perché deve ospitare la batteria.

– Altezza movimento centrale da terra: 34,2 cm, per tutte le taglie. E’ una misura appena superiore a quella di una trail bike tradizionale per una precisa scelta di Specialized. Il motore è meno esposto a impatti nel caso si debbano superare ostacoli più pronunciati o pendenze più elevate.

– Lunghezza carro: 45,9 cm è un valore record per una e-bike con ruote 650b Plus. Specialized è riuscita a contenere la lunghezza dei foderi bassi grazie all’utilizzo del motore Brose che permette maggiore libertà di posizionamento all’interno del telaio. La Turbo Levo, quindi, presenta meno compromessi fra esigenze della sospensione Fsr e posizionamento del motore.
– Interasse: 1212 mm ovviamente non sono pochi e si fanno sentire solo in alcune circostanze. In generale, non è questo singolo valore, né quello ultracompatto del carro che possono definire il comportamento della bici, ma l’insieme di tutte le quote geometriche.
– Assetto in sella: è quello tipico di una bici Specialized, cioè capace di metterti subito a tuo agio, tanto in salita quanto in discesa. L’angolo di sterzo piuttosto aperto, la forcella RockShox Yari da 140 e le gomme da 3,0” di sezione sono una garanzia di divertimento sui sentieri. Tanto in discesa, quanto in salita.

– Altro e/o eventuali sensazioni: Specialized allestisce la Turbo Levo Fsr con manubrio da 75 cm di larghezza e con un rise di soli 10 mm: in alcune situazioni un rise di 20 mm e una larghezza di almeno 76 cm aiuterebbero il feeling con la guida, soprattutto con una bici di taglia L.

Voto finale (da 1 a 10): 9,12

2 – COMPORTAMENTO IN SALITA
– Tuning scelto per l’ammortizzatore: l’ammortizzatore è tarato per dare un supporto più che valido in salita con tuning nella posizione Climb che è sufficientemente fermo. Non è un lock-out e, considerato il peso della bici, è bene che non lo sia.
– Efficienza sospensione posteriore nell’andatura regolare: se il Sag è corretto (e in questo vi può aiutare l’AutoSag di serie) la sospensione è piuttosto ferma.
– Efficienza sospensione posteriore nell’andatura fuorisella: la Specialized Turbo Levo permette di alzarsi sui pedali senza costringere ad accelerare il ritmo. Cioè, volendo, si può pedalare come fosse una bici tradizionale, a patto però di utilizzare un’assistenza elettrica di basso livello (Eco).

– Efficienza sospensione posteriore in salita offroad: la sospensione Fsr fa il solito buon lavoro che diventa ottimo grazie alla trazione offerta dalla gomma Specialized 6Fattie Ground Control da 3,0” e dalla spinta extra del motore.

– Erogazione potenza in salita: è qui che compaiono le prime differenze rispetto, ad esempio, al motore Bosch. Il motore Brose della Specialized è capace di un’erogazione molto progressiva e permette di tenere in salita velocità bassissime, utili, ad esempio, quando si sta affrontando un tornante su pendenze estreme.
Il motore ha un’erogazione che permette al ciclista di gestire al meglio le proprie forze, senza sovrapporsi in maniera decisa alle gambe di chi pedala.
Inoltre, tramite l’applicazione Mission Control è possibile modificare il livello di assistenza e l’output del motore per una personalizzazione dell’assistenza mai vista prima. Va detto però che l’applicazione richiede un certo periodo di apprendistato per capire come, in base al proprio peso e alle proprie necessità, impostare l’erogazione del motore e la durata delle batterie. Le informazioni che fornisce questa applicazione, però, sono notevoli:

Talvolta, in salita, quando si seleziona un rapporto più lungo, si avverte la spiacevole sensazione di “motore spento” per qualche istante. E’ una caratteristica del motore Brose. Ne parliamo in modo approfondito qui.

– Commenti sui componenti montati sulla bici: Specialized, grazie al motore Brose, utilizza una corona anteriore da 32 denti (foto sopra) montata su una pedivella Praxis: questa corona, unita alla cassetta posteriore Sram 10-42, dà alla bici uno sviluppo metrico del tutto identico a quello di una Mtb tradizionale, senza penalizzarla sulle salite più ripide.
La catena Kmc X11 L di serie non è una scelta indovinata: dopo averla sostituita a Massa Marittima con una Sram originale il cambio ha iniziato a funzionare in modo molto migliore.

Voto finale (da 1 a 10): 9,2

3 – COMPORTAMENTO IN DISCESA
– Tuning scelto per l’ammortizzatore: la sospensione posteriore, in modalità Descend, ha il comportamento delle sospensioni Fsr, ma con un tuning (chiamato Rx Trail) pensato per l’abbinamento con le gomme 6Fattie (o 650b Plus).
– Curva di compressione della sospensione (linearità e progressività): lineare nella prima parte di escursione e progressiva verso il fondo corsa, come per le altre Fsr.
– Impatti di piccola entità: qui entrano in gioco anche le gomme 650b Plus che permettono un comfort sconosciuto a tutte le altre gomme (ad eccezione delle fatbike).

– Impatti di grande entità: la confidenza che ispira questa bici, pur con valori di travel intermedi, è davvero notevole. I 140 mm di corsa della forcella Yari solo in occasione della gara di Superenduro a Massa Marittima sono stati chiamati tutti in causa. I limiti in discesa sono piuttosto elevati, a patto, però, di scegliere la pressione giusta nelle gomme.
Nel mio caso, una volta trasformate in tubeless (soluzione che consiglio per evitare continue forature), sono riuscito a scendere a 1,0-1,1 bar con grande soddisfazione in discesa. Il cerchio Roval da 38 mm di larghezza interna permette un’adeguata precisione nella guida anche a pressioni basse.

– Rigidità torsionale del carro: migliore di quanto mi potessi aspettare, grazie al carro compatto (per essere una e-bike 650b Plus), ma difficile da quantificare in modo preciso. La gomma 650b Plus ha il difetto di non restituire sensazioni veritiere di quello che succede sotto di lei e questo sporca un po’ il feeling con la guida.

– Agilità della bici: anche qui è molto migliore di quanto mi potessi aspettare, vista la presenza di motore e batteria e soprattutto di un peso di 22,43 Kg (per la taglia L). In assoluto non è una bici agile, ma in ambito e-bike è molto ben equilibrata e la guida ne guadagna. Richiede però di giocare d’anticipo in frenata perché gli spazi di arresto sono inevitabilmente più lunghi.

Il peso (per di più posizionato in basso), però, la trasforma in una macchina mangia-tutto: se non riesci a evitare l’ostacolo puoi sempre passarci sopra…
– Efficienza sospensione posteriore in frenata: la ruota posteriore ha un grip notevole, maggiore rispetto a una bici tradizionale. In frenata è difficile dire quanto la sospensione e quanto la gommona permettano una simile aderenza, ma in generale, per esperienza, la sospensione Fsr ha un buon comportamento in frenata.

– Commenti sui componenti montati sulla bici: la RockShox Yari è una forcella ben dimensionata per questa bici soprattutto in chiave endureggiante, perché ha lo chassis della Lyrik e una precisione di guida notevole.
Per quanto riguarda le gomme, togliete le camere d’aria e passate al tubeless quanto prima: le gomme Specialized, durante gli oltre 400 km di test, si dimostrate molto valide solo dopo averle convertite in tubeless.

Voto finale (da 1 a 10): 9,0

4 – COMPORTAMENTO SUL PEDALATO
– Tuning scelto per l’ammortizzatore: la posizione Trail permette una maggiore sostegno alla pedalata e dimostra di funzionare in modo ottimale sui sentieri.
– Efficienza sospensione posteriore nei rilanci: in Trail, la sospensione posteriore è molto reattiva. In realtà anche in Descend se la cava piuttosto bene.
– Erogazione della potenza nei rilanci: la Turbo Levo in modalità Trail o Turbo ha un’erogazione più rapida della potenza dopo i primi colpi di pedale. Se siete a caccia della prestazione in discesa è meglio selezionare la modalità Turbo o Trail e impostare l’output motore verso il massimo per avere una spinta decisa in uscita di curva.
– Agilità della bici: vale quanto detto nel punto precedente.

Voto finale (da 1 a 10): 8,75

5 – DETTAGLI TECNICI TELAIO
– Regolazioni consentite sulla geometria: nessuna
– Spazio fra gomma posteriore e carro (in caso di fango): lo spazio è maggiore di quanto ci si possa aspettare, ma in assoluto non è tantissimo. Il fango, però, non crea particolari problemi, ma non è nemmeno il terreno ideale sul quale usare le gommone.
– Cura del passaggio cavi: Specialized ha fatto un bel lavoro, su tutti i cavi.

– Attacco portaborraccia: insieme a Rotwild (con la quale condivide motore e batteria, ma non il software) è l’unica e-bike ad avere un portaborraccia sul tubo obliquo.
– Attacco guidacatena: è dotata di serie di un piccolo guidacatena che però in gara ha dimostrato i suoi limiti, a causa soprattutto di un cambio Sram Gx con una frizione molto debole.

– Protezioni sul telaio e sul carro: il batticatena è ben protetto e altrettanto si può dire per il motore. La protezione sul tubo obliquo è stata messa a dura prova nel test…
– Posizionamento dell’ammortizzatore: l’ammortizzatore è ben posizionato, come su tutte le Specialized. Si raggiunge facilmente stando in sella.

– Posizionamento motore: al momento non c’è scelta: il motore deve essere nella scatola del movimento centrale e questo lo porta a essere esposto agli impatti. Va detto però che solo in qualche occasione si è arrivati al contatto fra motore e rocce, senza comunque provocare danni.



– Durata batteria e tempi di ricarica: la batteria, dopo aver compreso le prestazioni del motore e le possibilità di regolazione offerte dall’applicazione, è in grado di gestire uscite con dislivelli superiori a 1500-1600 metri e con durate di 4-5 ore (con un peso corporeo di 86 Kg).
E’ chiaro che il livello di allenamento, il peso del biker e la scorrevolezza del terreno influiscono su questo risultato, perché c’è anche chi è arrivato a coprire 2100 metri di dislivello (con un peso corporeo di 73 Kg).
– Peso telaio e bici: la bici in taglia L pesa 22,43 Kg. E’ tanto per una bici, ma al momento le e-bike a doppia sospensione e per di più con ruote Plus, non riescono a fare di meglio. La versione provata, inoltre, è anche la più economica.
– Prezzo telaio e/o bici: 4490€ per la bici intera sono un valore piuttosto interessante in considerazione delle prestazioni e della tecnologia a bordo.

Voto finale (da 1 a 10): 8,50

VOTO COMPLESSIVO (da 1 a 10): 8,91

In conclusione…
La Specialized Turbo Levo Fsr 6Fattie è una bici che ha cambiato il modo di intendere le e-bike, proponendo sia delle semplificazioni (niente display sul manubrio) sia delle evoluzioni (vedi l’applicazione Mission Control) rispetto ai modelli della concorrenza.
Dall’arrivo di questa bici anche le altre e-bike cambieranno, ma al momento la proposta di Specialized è un gradino sopra le altre bici a pedalata assistita.
Pur non essendo esente da pecche (di cui, fra le altre cose, parliamo in questo articolo), è una bici pensata per il divertimento, sia per il neofita, sia per il biker più esperto.
C’è solo una cosa che potete fare per verificare di persona quanto scritto finora: provarla fuoristrada come si deve.

Per informazioni Specialized.com



Simone Lanciotti

Salve, mi chiamo Simone Lanciotti... e sono un appassionato di mountain bike come voi. Qualche anno fa, beh, ormai 5 anni fa, ho provato la prima e-Mtb e si è aperto un mondo. Sono convinto che siano un'alternativa alle Mtb che potenzialmente riguarda tutti i biker. Il mio lavoro (e quello dello staff di eBikeCult che dirigo) è raccontarvi la loro evoluzione, come usarle al meglio e come vanno sui sentieri. Di seguito potete trovare tutti gli articoli firmati dal sottoscritto. Simone Lanciotti