E’ la volta di Luigi Morelli raccontare la sua bici e la sua esperienza con lo Sram Ex1.
Luigi, come egli stesso dichiara nel video di presentazione, è un biker piuttosto polivalente che però ha una certa predilezione per la discesa.
Non ha mai usato realmente una Mtb a pedalata assistita ed è quindi alle prime armi con questa tipologia di mezzi.
Gli abbiamo assegnato una Trek Powerfly 9 Lt Plus (qui il test della bici) alla quale però abbiamo sostituito le gomme di serie, usurate dopo il nostro test e, comunque, poco indicate sui sentieri fangosi di Massa Vecchia, con delle Schwalbe Nobby Nic da 3,0” di sezione.
Queste gomme hanno cambiato molto il comportamento della bici, ma lasciamo che sia lui a raccontarvi com’è andata.
SL
ASSETTO IN SELLA
La bici, taglia L (sono alto 179 cm quindi a cavallo tra le taglie M ed L), mi è sembrata molto comoda per pedalare, con un assetto ben disteso che consente alla schiena di non assumere posizioni scomode che alla lunga possano indolenzire o creare fastidi. Mi è piaciuta meno, invece, la manovrabilità in discesa.
Probabilmente un attacco manubrio più corto o un manubrio più alto, mi avrebbero aiutato nelle stretto e nel bunny hop, per il quale ho avuto qualche difficoltà più del solito (complice anche il peso della bici non proprio indifferente).
Le gomme Plus con cui era equipaggiata la bici non mi hanno aiutato a sentirla agile e svelta nel curvare, nonostante offrano un comfort non indifferente e trasmettano una certa sensazione di sicurezza quando le cose iniziano a mettersi male… (probabilmente per il fatto che donano alla bici maggiore capacità ammortizzante).
COMPORTAMENTO IN SALITA
La salita, con il manubrio basso e l’attacco abbastanza lungo, si affronta con il migliore assetto e la bici non tende mai ad impennarsi fino al limite della aderenza delle gomme in relazione alla pendenza del tracciato e al grip offerto dallo stesso.
Ho trovato poco immediato il comando Purion nel cambiare modalità di assistenza del motore: non avendo dei “click” netti e ben avvertibili mi sono trovato più volte in situazioni nelle quali avrei voluto cambiare modalità “di spinta” per affrontare salite improvvise o qualche passaggio un pochino più tecnico o reso difficile dalla pioggia, che ci ha accompagnato fedelmente per tutto il weekend.
La sospensione posteriore lavora bene, è molto progressiva e filtrando le minime asperità nella prima parte della corsa dell’ammortizzatore, consente di tenere la ruota posteriore ben incollata al terreno anche nelle situazioni peggiori.
Il RockShox Deluxe Rt3 (foto sopra), nella posizione più chiusa, rende piuttosto ferma la sospensione quando si sale, anche se io non ho mai sentito la necessità di usarla, avendo l’assistenza del motore, che rende poco fastidiosa la “bobbata” e la relativa perdita di efficienza della pedalata.
E, anzi, ho trovato giovamento nel lasciarla aperta sulle salite più “rognose” cercando quel minimo di grip rimasto, data la pioggia e il conseguente fondo molto scivoloso.
Riguardo al grip offerto dai “gommoni”, come dicevo sopra, regalano tanta sicurezza (e, appunto, grip) a patto che il fondo non sia eccessivamente fangoso e che si azzecchi la pressione (se troppo gonfie rimbalzano come un pupazzo a molla, se troppo sgonfie tendono a stallonare e a “burpare” lattice).
In caso di fango, invece, iniziano a galleggiare e a diventare imprecisi, non consentendo di sentire quando il limite sta per arrivare anche se il loro peso e la relativa lentezza nel “partire per la tangente” consentono delle tempestive “pedate” salva-vita.
SUPPORTO ALLA PEDALATA
Ottimi la quantità e il funzionamento dei livelli di assistenza alla pedalata, si trova sicuramente quello più adatto al divertimento desiderato, al tipo di tracciato in relazione a pendenza e grip, nonché quello adatto alla lunghezza e all’altimetria dell’uscita. In Turbo sembra di avere una moto, in Eco si fanno parecchi Km e ci si può perfino allenare un po’ ?
La cosa che ho trovato fastidiosa, e che da Bosch mi sarei aspettato migliore, è lo spunto iniziale del motore nelle modalità di assistenza più consistenti (Sport e Turbo): troppo scorbutico e in ritardo rispetto all’impulso dato con il pedale, come se non volendo si lasciasse di colpo la frizione di una moto.
Credo che ci si possa abituare ed agire di conseguenza, ma credo anche che il sistema andrà migliorato data l’esperienza di Bosch nel campo.
COMMENTO SUI COMPONENTI MONTATI SULLA BICI
Quanto alle sospensioni, nulla da dire, ottima la RockShox Pike (che avevo sulla Stumpjumper e che mi ha dato grandissime soddisfazioni), filtra di tutto, progressiva e ben frenata… mi ha salvato in occasione di un drop (circa 1 metro) affrontato a velocità da bradipo e finito con un atterraggio su un pedale solo (pensavo fosse solo un ripido non conoscendo il sentiero…).
La sospensione posteriore di Trek mi è piaciuta molto, ho apprezzato molto la progressività e, in abbinamento con il nuovo Deluxe, mi hanno consentito di sentire sempre il posteriore solido e sicuro.
Qualora non si fosse ancora capito non mi sono piaciute molto le gomme Plus.
Mi piacerebbe molto riprovare la bici con gomme un pelo più strette (magari da 2,8” come previsto di serie oppure anche da 2,6”) e con un assetto in sella meno “disteso”.
Passando alla trasmissione Sram Ex1 devo dire che l’ho apprezzata parecchio, nonostante all’inizio sbagliassi tutte le cambiate, perché cambiavo due marce alla volta (abituato ai vari 1×11 e ora 1×12).
Trovo che 8 marce siano più che sufficienti per l’uso e-bike dove il motore dà l’aiutino in caso di rapporto un pelo più lungo di quello che si desidera e che si riesce a spingere.
Penso che sarebbe interessante provarlo anche in ambito enduro “muscolare”, magari variando il numero dei denti delle varie marce.
Il funzionamento del gruppo Ex1 è impeccabile, anche in caso di fango e mancanza di lubrificazione della catena (a fine giro domenica la catena era completamente marrone di fango), si può cambiare sempre, senza alleggerire la pedalata, in OGNI situazione, senza tentennamenti o rumori da far scorrere brividi su per la schiena… o nel portafoglio! Unica piccola pecca, il comando non permette di scalare più marce insieme, ma bisogna premere più volte il pulsante. Questo è lo scotto da pagare per un cambio che funziona perfettamente anche sotto sforzo (meccanico e non umano).
COMPRERESTI UNA E-BIKE?
Per l’uso che ho fatto finora della Mtb no.
Vivo a Roma (con tutti gli svantaggi del caso per chi pratica Mtb) e i miei giri infrasettimanali in Mtb (2-3 volte a settimana a volte alternati con la bici da strada) avvengono per lo più nei parchi della città e sono finalizzati all’allenamento fisico (anche per qualche gara enduro che ho cominciato a fare quest’anno, senza particolari velleità di fare piazzamenti importanti, sia chiaro).
Nel fine settimana (o quando il lavoro me lo consente, il giovedì) vado a fare dei giri “fuori porta” un po’ più lunghi e più consistenti dal punto di vista tecnico e del divertimento in sella.
Non sento la necessità di una e-bike per accorciare i tempi dei miei giri, quelli in città sono già abbastanza corti e quelli “seri” li faccio quando ho tempo. Per il momento, inoltre, potendo allenarmi con una certa regolarità non sento il bisogno del motore elettrico.
Pensavo alla e-bike invece, in ottica gare: è da poco uscito il regolamento del circuito e-Enduro specifico per le e-bike e l’ho trovato molto interessante.
Il concetto di Prova Speciale anche in salita (tecnica) mi diverte molto, sopratutto dopo aver sperimentato, in occasione del Provalo con Noi, cosa vuol dire affrontare un single track in salita con una e-bike…
Credo comunque che nonostante quello che pensino gli “haters” (cioè i detrattori, ndr), la e-bike sia la nuova frontiera della Mtb e che, oltre ad essere veramente divertente, permetterà il moltiplicarsi dei praticanti di questa disciplina, con tutti i pro e i contro del caso.
Semmai la presenza degli e-biker (sopratutto quelli della prima ora, che non vengono dalla Mtb “muscolare” e non conoscono e sopratutto non rispettano la montagna) dovesse diventare massiccia, mi auguro che i vari enti locali, i parchi e chi di dovere non vietino l’uso sui sentieri di montagna a tutte le bici.
E non mi riferisco alle Alpi, dove sanno come creare luoghi e regole per il godimento della montagna da parte di qualsiasi tipo di utente, ma qui al Centro Italia, dove se una cosa comincia a dare noia, la si vieta e basta (vedi, per tutti, il divieto del Comune di Rocca di Papa, Rm, relativo alla pratica dell’enduro a Monte Cavo).
Qui gli altri report e test del Provalo con Noi a Massa Vecchia.
Tutte le foto di questo articolo sono Luigi Sestili e Luca Carmosino – LuigiSestili.com