LEOGANG – Quando in Specialized hanno creato la Turbo si è aperta una nuova era.
Quell’ibrido così strano aveva delle potenzialità enormi che andavano solo individuate.

La Specialized Turbo X
La Specialized Turbo X

Un motore elettrico potente è un piacere unico, ma si rischia di perdere di vista il concetto di bici.
Serviva qualcosa più facilmente riconoscibile come bici da parte del pubblico.
Serviva una Mtb che non scendesse a troppi compromessi a causa della presenza del motore elettrico e della batteria.

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Specialized allora ha pensato alla Stumpjumper Fsr 6Fattie, la bici più divertente e accattivante della gamma 2016, e le ha messo un motore elettrico, ma non uno qualunque, bensì qualcosa di specifico, fatto in casa e sviluppato secondo i propri criteri.

La Specialized Turbo Levo Fsr Expert 6Fattie
La Specialized Turbo Levo Fsr Expert 6Fattie

Niente Bosch, Shimano o Yamaha, quindi, ma Brose, ossia un produttore tedesco di servo-motori elettrici per il mondo auto (un vero e proprio colosso) capace di assecondare le richieste del marchio americano.
Tutte le richieste, senza compromessi.
E quindi la Specialized Turbo Levo Fsr è una bici di estrazione americana (Stumpjumper Fsr 6Fattie) con tecnologia europea (motore e software).

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Il contributo europeo è stato molto importante: il motore, come detto, proviene dalla Germania, mentre la parte software è stata sviluppata da un centro Specialized che si trova in Svizzera.
Nel complesso il team di sviluppo della famiglia Turbo (alla quale appartiene la nuova Levo Fsr) è composto da 19 persone.
Ma entriamo nei dettagli tecnici della nuova bici.

Motore da 250W prodotto a Berlino
Iniziamo dalla parte elettrica-elettronica.
La Specialized Fsr Turbo Levo è dotata di un motore Brose da 250W di potenza, 90 Nm di coppia motrice e di tre tipi di batteria, a seconda del modello di bici: 504 e 460 Wh.
La batteria è prodotta da un colosso del settore che produce componenti anche per il mondo dei computer (Apple ad esempio), è impermeabile (standard Ip67), si ricarica completamente in 3 ore e mezza e non è necessario rimuoverla dalla bici.
E’ stata collocata sul tubo obliquo ed è resistente agli impatti.

La rimozione della batteria è molto semplice: prima di tutto svitare il perno in alto...
La rimozione della batteria è molto semplice: prima di tutto svitare il perno in alto…
...e poi rimuovere la batteria, inserita nel tubo obliquo. La batteria non ha una funzione strutturale.
…e poi rimuovere la batteria, inserita nel tubo obliquo. La batteria non ha una funzione strutturale.

In termini di cicli di carica, Specialized ha stimato circa 700 cicli che corrispondono a due ricariche complete a settimana per 7 anni, cioè circa 700 uscite.
Il motore, invece, è posizionato sulla scatola del movimento centrale e la sua sede è realizzata in lega leggera. Il motore Brose, sviluppato appositamente per Specialized, ha permesso di accorciare il carro (45,9 cm) e di compattare le misure della bici.

Il connettore per la ricarica si trova nella parte inferiore della batteria ed è protetto da schizzi d'acqua e polvere.
Il connettore per la ricarica si trova nella parte inferiore della batteria ed è protetto da schizzi d’acqua e polvere.

Il movimento centrale, infatti, dista da terra 34,2 cm, ovvero un valore del tutto in linea con una qualunque trailbike.
E su questo aspetto Specialized si è impegnata molto, come leggerete più avanti.
Il peso del motore è stimato in 3,4 Kg.

Ecco il magnete che permette al sensore di velocità di rilevare il movimento della bici. Senza questo particolare (per altro ben nascosto alla vista), il motore Brose non può funzionare.
Ecco il magnete che permette al sensore di velocità di rilevare il movimento della bici. Senza questo particolare (per altro ben nascosto alla vista), il motore Brose non può funzionare.

Nessun display sul manubrio
Fra le novità di maggiore rilievo introdotte da questa bici c’è anche l’assenza di un display dedicato.
Ad assolvere il compito di fornire al biker delle indicazioni sullo stato della batteria e sulla tipologia di assistenza fornita pensa un mini display posizionato sul fianco della batteria.

Il display con tre bottoni e 10 Led posto sul fianco della batteria.
Il display con tre bottoni e 10 Led posto sul fianco della batteria.

Tre bottoni e dieci led.
I bottoni permettono l’accensione e lo spegnimento e la selezione di una delle tre modalità di assistenza: Turbo (quella più forte), Trail ed Eco (la più parsimoniosa).
Quando si seleziona la Turbo (di default all’accensione) si accendono per un’istante tutti e 10 i led.
Se si seleziona, invece, la Trail, se ne accendono 7.
Con la Eco solo 3 Led.
La selezione può essere fatta anche stando in sella (cosa avvenuta regolarmente durante i test), perché la pressione del pulsante è facilmente riconoscibile con il dito, anche indossando i guanti.
Ma adesso viene il bello…

Si controlla tutto con il Garmin, volendo
Volendo è possibile configurare il proprio Garmin (i modelli Edge più recenti) per interagire con il motore e la batteria, per variare, ad esempio, la modalità di assistenza e visualizzare la potenza istantanea erogata dal motore, la % di batteria restante, la potenza impressa sui pedali, la cadenza e una quantità spaventosa di altri dati.

Il Garmin Edge 1000 ha richiesto pochi secondi per interagire con la batteria via Ant+. E' possibile configurare le schermate per monitorare le informazioni che si preferisce.
Il Garmin Edge 1000 ha richiesto pochi secondi per interagire con la batteria via Ant+. E’ possibile configurare le schermate per monitorare le informazioni che si preferisce.

Non occorrono particolari aggiornamenti software per il Garmin, perché la comunicazione fra batteria e dispositivo avviene tramite il protocollo Ant+.
Nel caso del sottoscritto, anziché utilizzare il Garmin Edge Touring, si è utilizzato l’Edge 1000 e l’abbinamento è stato immediato.

E poi c’è l’App Mission Control
E’ la prima App (gratuita, per iOs e Android) dedicata a una bici e quella sviluppata da Specialized (e non da una società esterna) permette un’interazione grandiosa con il motore e la batteria.
Ad esempio, è possibile configurare la risposta del motore alla spinta sui pedali, calibrare l’assistenza del motore e l’uso della batteria in base al percorso e al dislivello da percorrere, chiedere al motore di mantenere un 30% di carica residua, verificare lo stato di salute delle batterie, interazione con Strava (che a breve predisporrà una sezione dedicata alle e-bike) e altre cose ancora.
Nell’immagine in basso alcune delle schermate dell’App (cliccate per ingrandire):

Mission Control App

L’App Mission Control sarà disponibile a breve, mentre la piattaforma Specialized Levo Fsr arriverà in primavera 2016.

La geometria da trail riding
Come ha specificato Sam Benedict di Specialized nel video di sopra, la geometria è uno dei punti di forza della Levo Fsr perché è ripresa da quella della nuova Stumpjumper e prevede un angolo di sterzo di 67°, un movimento centrale alto 34,2 cm, un carro da 45,9 cm, interasse di 118,1 cm per la taglia M e un angolo piantone di 74,2° (taglia M).

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Il leveraggio superiore sfrutta la stessa soluzione utilizzata sulla Stumpjumper.
Il leveraggio superiore sfrutta la stessa soluzione utilizzata sulla Stumpjumper.

Ovvero misure che si trasformano all’atto pratico in una maneggevolezza superiore rispetto alle aspettative.
Il peso della bici, infatti, stimabile intorno ai 18-19 Kg, non aiuta di certo a rendere questa bici snella, ma la geometria e il posizionamento in basso del motore e della batteria vengono incontro alle esigenze di chi guida.

L’equipaggiamento da trail bike
Specialized ha dotato la Turbo Levo Fsr Expert di un gruppo Sram X01 con pedivella Praxis custom, corona da 32 denti, freni Sram Guide Rs con dischi 200-180 mm, forcella Rock Shox Pike Rc da 140 mm compatibile Boost 148, reggisella Command Post Ircc, cerchi Roval Traverse da 38 mm di larghezza e gomme Specialized 6Fattie Purgatory Control da 3,0” davanti e Specialized 6Fattier Ground Control da 3,0” dietro.

La forcella Rock Shox Pike Rc 140 con battuta da 110 fa bella mostra di sé sull'anteriore.
La forcella Rock Shox Pike Rc 140 con battuta da 110 fa bella mostra di sé sull’anteriore.
La pedivella Praxis ha un profilo quasi rettilineo per via di una scatola movimento centrale più larga dello standard. Il fattore Q (cioè la distanza fra le facce interne delle pedivelle), però, non è diverso da quello di una Stumpjumper classica.
La pedivella Praxis ha un profilo quasi rettilineo per via di una scatola movimento centrale più larga dello standard. Il fattore Q (cioè la distanza fra le facce interne delle pedivelle), però, non è diverso da quello di una Stumpjumper classica.
La Turbo Levo Fsr utilizzata per il test era equipaggiata con due gomme Specialized Ground Control 6Fattie da 3,0". La Purgatory (prevista di serie) non era ancora disponibile.
La Turbo Levo Fsr utilizzata per il test era equipaggiata con due gomme Specialized Ground Control 6Fattie da 3,0″. La Purgatory (prevista di serie) non era ancora disponibile.

Tutta la gamma Turbo Levo ha in dotazione il reggisella telescopico Commando Post Ircc ed è compatibile solo con trasmissioni monocorona.

La gamma Turbo Levo
La linea di bici Turbo Levo è costituita non solo da modelli a doppia sospensione (le Fsr), ma anche da hardtail, ispirate alla Fuse e alla Ruze viste alla Sea Otter Classic.
Ecco i modelli che verranno importati in Italia:

– Levo Fsr 6Fattie
– Levo Ht 6Fattie
– Levo Ht Donna 6Fattie
– Levo Ht donna 6Fattie
– Levo Ht 29er
– Levo Ht Donna 29er

Per quanto riguarda l’assistenza sul motore sarà Specialized a occuparsene e tutti i rivenditori ufficiali Levo che avranno partecipato a un corso specifico Sbcu di Specialized.
I prezzi, al momento del lancio a Leogang, non erano ancora stati ufficializzati ma non appena saranno disponibili li pubblicheremo.

Adesso, saliamo in sella e facciamo un giro su questa bici…

Simone Lanciotti

Salve, mi chiamo Simone Lanciotti... e sono un appassionato di mountain bike come voi. Qualche anno fa, beh, ormai 5 anni fa, ho provato la prima e-Mtb e si è aperto un mondo. Sono convinto che siano un'alternativa alle Mtb che potenzialmente riguarda tutti i biker. Il mio lavoro (e quello dello staff di eBikeCult che dirigo) è raccontarvi la loro evoluzione, come usarle al meglio e come vanno sui sentieri. Di seguito potete trovare tutti gli articoli firmati dal sottoscritto. Simone Lanciotti