Come saranno le e-Mtb del futuro?
Prima di tutto mi riferisco a un futuro non lontano anni o decenni, ma distante solo pochi mesi.
Al massimo un anno.
Perché il mondo delle bici a pedalata assistita sta progredendo a una velocità molto elevata.
Infatti, rispetto alle mie previsioni scritte in questo articolo di gennaio 2018, alcune cose sono cambiate, ma forse è più corretto dire che alcune cose si sono aggiunte.
“Maggiore integrazione” è il tema portante e che raccoglie maggiori consensi, ma ci sono anche altri dettagli che meritano un po’ di considerazione in più.
Il tubo obliquo va alleggerito
Per riuscire ad alloggiare la batteria al suo interno, il tubo obliquo perde sempre più spesso la sua struttura tubolare e acquista una sezione a C o a D, a seconda delle scelte del produttore della e-Mtb.
Questo porta dei benefici sul fronte estetica, ma per far sì che il triangolo anteriore abbia la solidità che ci si aspetti il tubo obliquo acquista spessori maggiori che ne innalzano il peso.
Il risultato?
Le e-Mtb mascherano la loro anima elettrica sempre meglio, ma non sempre riescono a diventare più leggere.
Come si supera questo inconveniente?
Evitando l’integrazione della batteria nel tubo obliquo (scelta, però, che non entusiasma gli utenti) oppure sviluppando in casa telaio, motore e batteria.
Al momento questa scelta è la più difficile, dispendiosa e rischiosa, ma porta spesso a risultati migliori in termini successo di vendite, di appeal e anche leggerezza.
Vedi Specialized, Rocky Mountain, Bh…
Ne vedremo sempre di più in futuro?
Di quanta batteria hai davvero bisogno?
Diciamo che lo standard attuale è 500 Wh, ad eccezione di pochi marchi che propongono batteria da oltre 700 Wh.
Vedremo anche qui delle novità in futuro?
La misura standard di 500 Wh aumenterà?
Sì, è molto probabile che succeda.
Per cui i giri che oggi a malapena riusciamo a concludere con una sola carica un domani saranno fattibili grazie a una batteria con circa un 50% di capacità in più.
E forse la misura ideale, il nuovo standard di riferimento sarà un valore compreso fra i 700 e i 750 Wh.
Come ci si arriverà?
Lavorando proprio sull’integrazione, affinando di qua e di là, studiando nuove forme per il telaio e nuovi posizionamenti dei motori.
Che poi è quello che tutti i brand stanno facendo da anni.
Insomma, scordatevi che in un baleno si passi da batterie da 500 Wh a batterie da 1000 Wh, con lo stesso ingombro e magari anche con un peso inferiore.
Sarebbe come chiedere un miracolo agli ioni di Litio…
Più leggerezza: peso standard vicino ai 21 Kg
Questa è un’altra grande sfida che richiederà del tempo.
I modelli di punta delle varie case si avvicinano e a volte scendono anche sotto la soglia dei 21 Kg, ma il peso delle e-Mtb a doppia sospensione è mediamente più vicino ai 22,5 Kg che ai 21 Kg.
E togliere quel chilo e mezzo, senza adottare componenti super costosi, è davvero difficile, almeno per ora.
Ma gli ingegneri ci stanno lavorando…
Componenti specifici? Forse non servono più
Ad eccezione della ruota libera e della forcella, sembra che la bike industry si sia accorta di poter fare a meno di componenti specifici per e-Mtb.
Ad esempio, lo Sram Ex1, il primo e unico cambio specifico per e-Mtb, è diventato sempre meno popolare e in alcuni casi, si è preferito adottare uno Sram Gx Eagle per via della migliore spaziatura dei rapporti.
Con l’accortezza, però, di usare un manettino che permetta un solo click in up-shifting, cioè si sale di un solo pignone alla volta.
Quindi, addio a componenti specifici per e-Mtb?
La risposta più sensata, al momento, è che i componenti sui quali si era puntato fino allo scorso anno, oggi sembrano non richiedere particolari specificità.
Le e-Mtb, insomma, da questo punto di vista, stanno diventando sempre più simili alle Mtb.
Display sì o display no?
Averlo è meglio che non averlo.
Ma se deve esserci è bene che sia piccolo, leggibile, sistemato in una posizione protetta e che permetta una facile interazione con lo smartphone.
Lo ha capito anche Bosch che con il display Kiox si è avvicinato moltissimo al display dello Shimano Steps, al momento ancora il riferimento in ambito e-bike.
Personalizzazione dell’assistenza
Su questo fronte ci auguriamo di vedere altri sviluppi in futuro, soprattutto da parte dei grandi marchi di drive unit, leggasi Bosch e Shimano, che forniscono la bike industry.
Specialized (sì, di nuovo lei) è stata la prima a proporre la gestione personalizzata dell’erogazione tramite un App ed è ancora il sistema di riferimento.
Bosch ha risposto in seguito con una soluzione simile, ma vincolata all’uso del display Nyon (di dimensioni poco compatibili con la pratica dell’off-road), mentre Shimano si è aggiunta qualche anno dopo, seppur ancora con qualche limitazione.
Questo ha fatto sì che proliferassero sviluppatori di terze parti per personalizzare l’assistenza dei motori, sempre restando nei parametri della legalità.
Questo dovrebbe far riflettere Bosch e Shimano sulla necessità di aprire agli utenti una personalizzazione più ampia delle proprie drive unit.
Addio cambio lì e benvenuto gearbox. Magari…
Quando sono nate le e-bike in molti lo hanno pensato: che sia questa l’occasione per riuscire a togliere il cambio da quella posizione così esposta e integrarlo nel motore elettrico, magari con un gearbox, cioè con un sistema a ingranaggi e ruote dentate chiuso in una scatola metallica.
In molti lo auspicano, ma al momento non sappiamo se e chi stia provando a farlo.
Di recente abbiamo visto Ceramic Speed proporre una soluzione (forse azzardata tecnicamente) che elimina il cambio (e addirittura la catena) sulle bici da strada: che fosse davvero la volta buona?
Gomme 650b Plus o 29 pollici?
Se guardiamo ciò che sta accadendo in ambito Mtb è facile ipotizzare che qualcosa di analoga avvenga presto anche sulle e-Mtb.
Anzi, in alcuni casi è già avvenuto: le ruote da 29 pollici trovano sempre più spesso posto a bordo delle e-Mtb.
La ragione?
La guida della e-Mtb è più simile a quella di una Mtb di pari escursione, c’è una maggiore possibilità di scelta per gomme e cerchi, il grip è leggermente inferiore (rispetto a una 650b Plus), ma la leggerezza ne guadagna (dipende però dalla gomma e dal cerchio).
L’ibrido 29” davanti e 650b Plus dietro sembra non convincere la bike industry (anche per via di un regolamento Uci che ne penalizzerebbe l’utilizzo in ambito racing).
La salita è un momento importante
Ecco un cambiamento che potremmo vedere sempre più frequentemente in futuro.
Fino a qualche tempo fa la geometria di una e-Mtb da trail riding (diciamo con 140-150 mm di corsa al posteriore) era vista quasi esclusivamente in chiave discesa, perché ereditava la geometria e la concezione del telaio dagli analoghi modelli senza motore elettrico.
Questo approccio però è destinato a cambiare perché le e-Mtb sono utilizzate in off-road soprattutto in salita e lì le accortezze che valgono per la discesa molto spesso risultano inutili.
Un esempio?
Il carro si allunga anziché diventare più corto.
E questa è una caratteristica che rappresenta un vantaggio soprattutto nelle salite ripide e tecniche.
In discesa un po’ meno, ma se si riesce ad applicare la regola del “lasciarla scorrere il più possibile” nei tratti più impervi e stretti il carro più lungo non sarà mai un problema.
Più opzioni di costo per le drive unit
Bosch, Yamaha e di recente anche Shimano (con lo Steps E7000) propongono diverse opzioni per i propri motori.
Chi produce e-Mtb ed e-bike in generale può finalmente avere una scelta maggiore e questo permetterà di differenziare sempre meglio e sempre di più i modelli di bici elettroassistite.
Cosa vuole dire questo in soldoni?
Che i prezzi delle e-bike scenderanno un po’, perché oltre ad optare per componenti più economici chi produce e-bike potrà optare anche per motori e batterie più economiche.
Ciò che ancora manca davvero alla maggior parte dei produttori di e-bike ed e-Mtb è una gamma più differenziata in fatto di prestazioni e di prezzi.
Diciamo che, tanto per fare due esempi, se oggi per acquistare il modello più economico di Specialized Turbo Levo occorrono 3190€ e 2679€ per la Trek Powerfly più abbordabile è auspicabile che nel prossimo futuro si riesca a scendere a 2000€.
Anche perché i grandi brand della bici presto o tardi dovranno fare i conti con le proposte e-bike di Decathlon, delle quali, per ora, non sappiamo nulla, ma chi esclude che il colosso francese dello sport non ci stia pensando già da tempo?
L’evoluzione delle e-bike e delle e-Mtb procede a un ritmo serrato e se vi interessa saperne di più sulle e-Mtb e sulle e-Bike in generale, seguiteci sulla pagina Facebook e sul nostro canale YouTube ufficiale.
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