Articolo aggiornato il 24 luglio 2016

Luca
via e-mail
Ciao MtbCult, ecco la mia domanda: l’introduzione di nuovi “standard” ha aumentato la disponibilità di usati anche recenti.
Visti i prezzi del nuovo, alle volte occorre mediare, quindi vi chiedo: è meglio un usato carbonio 26” o un nuovo alluminio da 27,5”?
La domanda potrebbe essere vista quindi in un altro modo: quale delle due innovazioni porta più vantaggi?
Ciao!

Risponde Simone Lanciotti
Questa domanda, caro Luca, solleva una questione importante, cioè il concetto di innovazione nella Mtb.
Prima però rispondo al tuo quesito.

Usato carbonio 26” oppure nuovo alluminio 27,5”?
Tanto più velocemente il mondo della Mtb si rinnova, tanto più velocemente le Mtb usate si deprezzano.
E per tale ragione diventano ancora più appetibili e più abbordabili bici che fino a 3-4 anni fa erano il top di gamma.
Ovvero telaio in fibra di carbonio e allestimento non plus ultra, ma magari ruote da 26” e una geometria, diciamo, non moderna.
Quanto vale una bici come questa?
Il mercato, oggi, dice relativamente poco e per dare un termine di paragone il prezzo può essere pari a quello di una bici in alluminio con ruote da 27,5” di pari escursione (cioè della stessa tipologia) e con allestimento meno fiammante.
Cioè, il carbonio (magari anche quello di punta di una volta) vale quanto l’alluminio di oggi.
Più o meno.
Ed è pur sempre carbonio.
Non ha tutti gli standard e gli accorgimenti di oggi, ma… siamo sicuri che tutti questi vantaggi servano davvero?
E soprattutto: siamo certi di essere davvero capaci di apprezzarli o anche solo di rendercene conto?
Quindi se non avete la necessità o la possibilità di acquistarne una nuova, l’usato ha tantissimo da offrire.
Servono pazienza (nel cercare quella giusta) e un po’ di fiuto.

E adesso torno al concetto sul quale la domanda di Luca mi ha spinto a riflettere: l’innovazione nella Mtb.
Tecnologia, innovazione, rivisitazioni, aggiornamenti, novità… sono parole che usiamo spesso e una di queste, innovazione, appunto, è usata spesso a sproposito.
Infatti, cosa si intende per innovazione?
Alcuni marchi usano questo termine per definire il passaggio da una soluzione A a una B, cioè un qualunque aggiornamento o affinamento è diventato innovazione.
Ma l’innovazione è qualcos’altro.
Potremmo definire l’innovazione nella Mtb in questo modo:
– è innovazione quando si introduce qualcosa che non c’era prima,
– è qualcosa che apporta un beneficio reale ed evidente a tutti,
– è qualcosa che di fatto fa progredire la tecnica,
– è qualcosa che costringe prima o poi tutti i marchi a intraprendere quella soluzione,
– è qualcosa che può giustificare un eventuale aumento del prezzo d’acquisto.

Di innovazione nella Mtb, però, negli ultimi tempi non ce n’è stata poi così tanta: le gomme tubeless, il reggisella telescopico, le trasmissioni monocorona e, in tempi, più recenti la Forward Geometry, lo standard 650B Plus e le e-bike.
E il resto?
Il resto sono belle idee, anche complesse e sofisticate, ma in sostanza sono il risultato di un lungo e continuo processo di affinamento.
Innovazione, quindi, non è sinonimo di novità, anche se la bike industry spesso vuole farci credere questo, per poter giustificare l’aumento dei prezzi.
Un nuovo standard non è un’innovazione.
E’ solo un nuovo standard che magari porta delle migliorie, ma non innova, semmai migliora quello che c’era già.
La domanda di Luca riflette lo stato attuale delle cose: il mondo dell’usato si deprezza a una velocità che è inammissibile e che non tiene conto della reale capacità di acquisto di bici nuove da parte dell’utenza.
Risultato?
In questo momento c’è un’esuberanza di offerta, un’esuberanza di bici non vendute e un’esuberanza di informazioni e standard che un utente deve conoscere prima di fare una scelta.
E in tutto questo discorso ci sono di mezzo i negozi che svolgono il difficilissimo ruolo di interfaccia fra il pubblico e il produttore.
Sono loro che devono gestire l’usato (o almeno ci provano), avere la disponibilità di tutti i formati di gomma, movimento centrale, reggisella, manubri, trasmissioni e sospensioni e anche consigliare e supportare.
Come se ne esce fuori?
Con calma e sangue freddo: serve di parlare chiaro e di ragionare e in questo un magazine ha un ruolo cruciale.
Il mondo della bici e non solo della Mtb convive da tempo con alcune distorsioni e storture che hanno portato alla situazione attuale.
Ognuno di noi, in realtà, può fare molto.
Riflettete su questi punti:

– l’innovazione vera accade di rado
– le Mtb nuove sono sempre le più belle, ma non sono necessarie per divertirsi in bici
– l’usato è sempre più ricco di proposte allettanti
– il biker lo fa il biker e non la bici (ovvero non serve il top di gamma)
– un nuovo standard spesso è tanto una miglioria quanto una complicazione in più
– il prezzo delle bici non lo decide chi le produce, ma chi le acquista

Ciò detto, ricordate che per il 99,9% di noi il motivo per cui si sale in sella è il divertimento, poi tutto il resto può passare in secondo piano.
Ora, alla luce di quanto detto, ridate un’occhiata alle novità 2017 già pubblicate.
Buone pedalate

Ps: lo 0,1% restante sono i pro’ per i quali la bici è anche una professione.

Simone Lanciotti

Salve, mi chiamo Simone Lanciotti... e sono un appassionato di mountain bike come voi. Qualche anno fa, beh, ormai 5 anni fa, ho provato la prima e-Mtb e si è aperto un mondo. Sono convinto che siano un'alternativa alle Mtb che potenzialmente riguarda tutti i biker. Il mio lavoro (e quello dello staff di eBikeCult che dirigo) è raccontarvi la loro evoluzione, come usarle al meglio e come vanno sui sentieri. Di seguito potete trovare tutti gli articoli firmati dal sottoscritto. Simone Lanciotti